SIAMO “SMART” SE … RITORNO AL FUTURO

SMART VILLAGES: "RESURREZIONE ALL'ITALIANA" verrebbe da dire, parafrasando il Film di Maccio Capatonda (frame in copertina). La via italiana alla smartness dei territori rurali sembra passare dalla COMUNITA' e dalla capacità di autodeterminare i driver di sviluppo locale.

La tre giorni “intensiva” sull’approccio alle “comunità intelligenti” e ai “villaggi intelligenti” organizzata a Bardonecchia dal CREA e dal GAL Escartons e Valli Valdesi ha avuto effetti estremamente interessanti sia sulla presenza di trigliceridi nel sangue dei partecipanti (enogastronomia di ottima qualità, grazie!), sia – trasversalmente – sul significato percepito di comunità e sugli strumenti che i GAL possono mettere in campo per favorirne lo sviluppo. In piena logica LEADER, una nutrita “folla” di presenti ha animato il confronto anche nei momenti ricreativi. Anche Zolla era presente, purtroppo con il suo rappresentante più anziano e tecnoleso, che però, a quanto pare è riuscito a capirci qualcosa…dice lui…e a fare conoscenze gradevolissime ed interessanti. Sono due giorni che blatera di “biliardino”, di “spinta gentile” e di “delega”… ma che gli avete fatto?

DUNQUE, COSA CI PORTIAMO A CASA?

Senza alcuna pretesa di sintesi, quelle che seguono sono considerazioni derivanti da una percezione parziale, soggettiva e globale (che mescola quanto appreso sia nelle fasi di lavoro “ortodosso” che negli scambi avuti nei momenti conviviali) dell’esperienza fatta a Bardonecchia. Per un serio, dettagliato e completo resoconto vi invitiamo a consultare i materiali messi a disposizione dalla Rete Rurale Nazionale a questo indirizzo: SMART RURAL HUB – WORKSHOP BARDONECCHIA

QUANDO IL GATTO NON C’E’…IL “CONFINE” BALLA

Il gatto è l’amministrazione ordinaria, il lavoro quotidiano, le procedure, gli impegni serrati, in molti casi le nottate, le riunioni a ore improbabili, le sfide che lastricano la via per raggiungere obiettivi concreti. Queste occasioni di confronto offrono la possibilità di alzare lo sguardo e capire, imparare, correggere visioni, idee e prassi, allacciare rapporti e imparare da molti. Insomma, la sensazione è un po’ quella di essere a bordo della SS Warrimoo (la nave che viaggiò nello spazio e nel tempo) in quel 31/12/1899

e di trovarsi in una intercapedine tra passato e futuro, tra auspicato e praticato, tra visione e contingenza, a cavallo del “confine” senza paratie stagne. L’equipaggio? Tutta gente appassionata del proprio lavoro che fa dello sviluppo “dal basso” una ragione di vita, oltre che professionale. Che poi “dal basso” (bottom-up) è una semplificazione che potrebbe apparire quasi denigratoria, se non fosse il contrario di “TOP DOWN” (sviluppo imposto dall’alto senza il coinvolgimento delle comunità/attori interessati).

Anche in questo Bardonecchia (stazione sciistica piemontese, al confine con la Francia) è stata illuminante: sulla porta del bagno maschile dell’ottimo ristorante che ci ha accolti e nutriti campeggiava la miglior sintesi iconografica di approccio “top down” fin qui intercettata (qui sopra). Quando il gatto non c’è…si immagina, si riflette, si cresce.

“SMART COMMUNITIES” RITORNO AL FUTURO – DA ZUCKEMBERG AD ADRIANO OLIVETTI

CREA, GAL, Autorità di Gestione, Attivatori locali, giovani ricercatori che si chiedono “cosa rende le comunità intelligenti”? Cosa è uno “smart village”?

Il punto di partenza è quello “SMART” che, come un Whiskey delle Highlands affascina con un torbato intenso e avvolge fino allo stato di ubriachezza, se si esagera. Le politiche per le  SMART CITIES (Cities using technological solutions to improve the management and efficiency of the urban environment) puntano a potenziare la dotazione tecnologica dei centri urbani per favorire un uso razionale delle risorse (capitale umano compreso) e migliorare la qualità socio-economica della vita degli “inurbati”. Ma possiamo usare la stessa interpretazione per le nostre aree rurali? A quanto pare no, o almeno non solo.

È quanto ci dicono rapporti (anche del CREA – vedi SMART RURAL HUB) e studi effettuati e, in fondo, è quanto ci suggerisce anche l’esperienza diretta quotidiana, stando alle considerazioni raccolte durante i tre giorni. Nel caso delle zone rurali italiane (perlomeno) l’attenzione si è spostata in modo significativo sul concetto di “comunità” rurale. Prima ancora di definire una comunità intelligente, la necessità sentita è stata quella di condividere gli elementi alla base del valore del concetto stesso di COMUNITA’, paragonata con il suo “opposto” funzionale per la costruzione del modello interpretativo: il concetto di SOCIETA’.

IL RITORNO AL FUTURO consiste in questo, in fondo: siamo partiti dalla tecnologia dell’informazione e dalla connessione digitale e telematica come presupposto per attivare le comunità e i villaggi rurali (tecnologia contemporanea) intelligenti e siamo finiti,

anche grazie al contributo di relatori fantastici (primo tra tutti Stefano Stranieri – Direttore del GAL MontagnAppennino –  che esplicitamente richiama la linea di Adriano Olivetti – vedere le slide sul sito RRN per credere) a ragionare sul modello della comunità rurale come paradigma da riscoprire e valorizzare per consentire, anche in questo caso, uno sviluppo INTELLIGENTE (inclusivo, consapevole e praticato attivamente) e a lungo termine dei nostri territori.

COMUNITA’ INTELLIGENTI – GLI “APRIPISTA”

Oltre alle note e le indicazioni metodologiche fornite dalla Rete Rurale (vedi link) sulla prassi operativa (SRG07/Azioni dirette/Accompagnamento) – molto utili – sono 3 le esperienze condivise dai relatori che hanno colpito:

  • LE COMUNITA’ DI PROGETTO DEL GAL MAIELLA VERDE – “visionari precursori”. Abbiamo già avuto modo di parlare su queste frequenze delle COMUNITA’ DI PROGETTO (vedi intervista ad Alessio Massari) del GAL Maiella Verde ma la presentazione di Bruno Coletta (animazione) rende giustizia all’intero percorso immaginato dal GAL fin dal 2018 e offre consigli utilissimi (e molto concreti) a chi vuole sperimentare il modello di attivazione delle comunità. LINK
  • LE GALASSIE DI COMUNITA’ DEL GAL ESCARTONS E VALLI VALDESI – “sperimentatori e innovatori del metodo”. La struttura si è impegnata fin dalla scorsa programmazione ad individuare metodi di “animazione” volti all’attivazione e al sostegno di comunità locali autodeterminate ed in grado di generare e praticare la propria VISIONE di sviluppo. I loro SPAZI GENERATIVI e gli APERITIVI RURALI sono da osservare da vicino e attentamente, ma lo è ancor di più il meccanismo immaginato e messo a punto per offrire “supporto tecnico” alle comunità locali. LINK
  • L’APPROCCIO SISTEMICO E SISTEMATICO DEI GAL TOSCANI – “nessuno si salva da solo” L’approccio dei GAL Toscani è interessante per l’azione di sistema ed il lavoro in sinergia tra diversi Gruppi di Azione. La forza dell’azione di sistema sta nella possibilità di interloquire costantemente con l’Autorità di Gestione e di far fronte alle necessità tecniche ed operative che si profilano strada facendo. La riflessione interessante condivisa sulle modalità attuative delle misure di cooperazione ha dato utilissime indicazioni e suggerimenti ai presenti. LINK

Da non sottovalutare le indicazioni tecniche e operative fornite dalla Rete Rurale in merito alle procedure per la gestione della SRG 07: di particolare interesse il punto su Gestione formale dei partenariati/beneficiari (Dott.ssa Roberta Ciaravino) e sulla questione aiuti di stato e spese ammissibili (Dott.ssa Giulia Diglio)

E I GIOVANI?

Presenti, attivi ed estremamente competenti. La cosa più bella della tre giorni è stata la condivisione dell’esperienza e lo scambio costante di opinioni e punti di vista con alcune giovani risorse in forze ai GAL e non solo. Su questo aspetto riteniamo utile ed importante approfondire…

Stay tuned

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