GIOVANI DENTRO

VIaggio al centro dell'Italia "Interna" facendo attenzione ai giovani...L'indagine "Giovani dentro" condotta da Riabitare l'Italia con il supporto di CREA e GSSI sfata qualche mito e punta il dito verso chi giovane non è

Ma come sono fatti i giovani che popolano le zone interne del Paese? L’associazione Riabitare l’Italia ha concluso, nel 2022, una ricerca condotta con la collaborazione, di CREA, GSSI e Università, con lo scopo di acquisire e diffondere informazioni sulla condizione giovanile nelle aree rurali interne del Paese. L’indagine “GIOVANI DENTRO” ha intercettato più di 3000 giovani con interviste e questionari, tratteggiando un rapido identikit del “giovane” in contesto rurale. L’immagine emersa dai principali risultati della ricerca segna un vero e proprio cambio di prospettiva, una inversione dello sguardo su questi territori e sui loro giovani abitanti: da una parte, rispetto all’immaginario legato alle giovani generazioni, dall’altra relativamente a territori che comunemente sono stati concepiti come luoghi marginali, in via di spopolamento, con conseguente rarefazione sociale, economica, culturale.

Consigliamo una lettura del report integrale, davvero interessante e, proprio perché siete voi, citiamo alcune valutazioni riportate nella ricerca, tanto per intuire velocemente che aria tira

Altro che pecore nere…a latitare è solo l’eredità di un senso “civico – politico” che non ci è stata concessa

A seguire i punti salienti che emergono dal rapporto:

  1. Trasformazione delle comunità agricole: la partecipazione dei giovani al cambiamento delle comunità agricole avviene attraverso la condivisione di pratiche, l’innovazione nelle relazioni tra produttori, la sperimentazione di nuovi modelli per l’utilizzo locale delle materie agricole e l’avvio di forme di mutualismo (tendenza verso un’economia locale più solidale). L’innovazione che caratterizza i processi legati all’agricoltura che coinvolgono i giovani sembra inoltre riguardare le relazioni tra produttori ed ecosistemi
  2. Restanza consapevole e attiva: la maggioranza dei/delle giovani vogliono restare nelle aree interne e sviluppare il proprio percorso di vita e lavorativo in questi territori, seppur con differenze di tipo geografico.
  3. Progettare il futuro in aree interne: i/le giovani delle aree interne, in particolar modo le donne, credono nell’importanza di continuare a progettare il proprio futuro
  4. scarsa conoscenza rispetto alle possibilità legate a bandi europei e finanziamenti, spesso di difficile accesso, complessi e non tarati su piccole realtà territoriali.
  5. Socialità e spontaneismo: la maggioranza dei giovani intervistati trascorre molto tempo nei punti di ritrovo locali con gli amici, in contesti e relazioni spontanee, non organizzate né finalizzate
  6. Attivismo associativo: in linea con la diffusa tendenza a forme di socialità spontanea, la partecipazione giovanile prende solo in parte minoritaria le forme classiche dell’attivismo associativo. In rapporto alla propria comunità sembra tuttavia rientrare naturalmente per molti giovani una responsabilità di contribuire “quando se ne presenta il bisogno”, con uno spirito più solidaristico che di impegno civico organizzato.
  7. Percezione della natura: per i giovani la percezione della natura come ambiente incontaminato dove ritrovare il proprio equilibrio o svagarsi è preponderante, mentre decisamente meno diffusa è la visione della natura come risorsa per l’economia o come paesaggio costruito.

Piuttosto datevi da fare voi, MATUSAAAA! Formazione e professionalizzazione contestualizzata sono le materie prime. Ecco la ricetta suggerita nel rapporto:

  • Orientamento alla formazione specifica place-based e tecnico-scientifica, in grado di cogliere le vocazioni territoriali (radicamento nei sistemi produttivi e di conoscenza) e con un target anzitutto femminile, privilegiando il trasferimento di competenze tecniche coerenti con i profili professionali di possibile inserimento;
  • Sviluppo di percorsi di connessione formazione-lavoro a livello territoriale, tramite formazione orientata alle   opportunità lavorative effettivamente presenti (o che possono essere sviluppate in modo innovativo) nelle aree interne e attraverso forme di orientamento/scouting verso il mercato del lavoro locale, attente anche a sollecitare nuove narrazioni relativamente alle professioni e alle risorse del territorio (ad es. immaginari agricoli); – Supporto alla riconversione ed indirizzo sul territorio delle competenze pregresse, di cui spesso sono in possesso i giovani che vengono da percorsi di studio/formazione diversificati, utilizzando strumenti operativi quali il bilancio delle competenze.

Wannabe. Il futuro che vorrei. Intervista a Sabrina Lucatelli su Radio 1.Nella puntata del 18/10/2023, le storie dei giovani che scelgono di costruire il proprio progetto di vita e lavoro nelle aree interne dell’Italia, raccolte dalla ricerca “Giovani dentro” dell’associazione Riabitare l’Italia. Ne parla Sabrina Lucatelli, direttrice dell’associazione Riabitare l’Italia, con Angelica Santoro, 31enne che dopo la laurea ha deciso di tornare a Potenza con il compagno per coltivare l’aglio di montagna. https://riabitarelitalia.net/RIABITARE_LITALIA/intervista-radio-1-a-sabrina-lucatelli/

IL PROGETTO

per rivendicare e praticare. Insieme

Materiale di Formazione

Webinar, Aggiornamento su progetti, Dispense e Presentazioni

Sfoglia "zolla" in pdf

Z-Magazine N° Zero

Ultimi Post

“Cultura [,] non è possedere un magazzino ben fornito di notizie ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.”