Come Valutare e comunicare verso l’esterno l’impatto del programma LEADER?
I Giovani, la formazione ed il mondo del lavoro
Quasi il 29% dei giovani italiani di età compresa tra i 20 e i 34 anni (2019 – Eurostat) sta attraversando il guado insidioso che dalla sponda della formazione dovrebbe condurre al mondo del lavoro e dell’indipendenza economica. Le fasce di età interessate dal fenomeno “NEET” sono in aumento e nel nostro Paese oramai si raggiunge l’autosufficienza intorno ai 40 anni, in media. Le motivazioni alla base di questo fenomeno sono numerose. Tra quelle che contribuiscono maggiormente a delineare il fenomeno come statisticamente rilevante figura il cosiddetto “skill mismatch” ovvero il disallineamento sostanziale tra “offerta” di formazione professionalizzante (compresa quella universitaria) e “domanda” di lavoratori da parte del tessuto produttivo. C’è un ulteriore e significativo dato da considerare in merito alle aree disciplinari: gli indirizzi di studio più appetibili ai fini dell’inserimento lavorativo sono quelli ad alto contenuto tecnico-scientifico, mentre l’accoglienza del mondo del lavoro per le aree di competenza umanistiche (escludendo economia) è decisamente più limitata, come sintetizzato efficacemente nel diagramma elaborato dall’osservatorio CPI dell’Università Cattolica (https://osservatoriocpi.unicatt.it/)
Lo sviluppo rurale “agito” dal basso
Che c’entra il L.E.A.D.E.R?
Il LEADER raggiunge circa il 65% della popolazione rurale d’Europa. Alle azioni di “Community Led Local Development” che guidano l’impianto del LEADER “viene riconosciuto un ruolo strategico nel favorire la coesione territoriale e una crescita sostenibile, inclusiva e intelligente delle zone rurali, tanto che gli viene destinato almeno il 5% delle risorse di ogni Programma di Sviluppo Rurale di ogni Stato dell’Unione e di ogni Regione italiana, per un investimento complessivo di oltre 9.540 milioni di Euro (dei quali 1.197 milioni in Italia)”. (https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16767).
Utilizzando un efficacissimo schema proposto dalla dott.ssa Iwona Lisztwan (DG-AGRI POLICY COORDINATOR LEADER) è facile mettere in evidenza come i risultati ed il valore aggiunto del LEADER siano prevalentemente di natura “immateriale” – o meglio – gli effetti positivi e duraturi dell’approccio bottom up si ottengono quando si VALORIZZA IL CAPITALE SOCIALE, si RAFFORZA LA GOVERNANCE LOCALE e si favoriscono SCAMBIO CON L’ESTERNO E LA COOPERAZIONE INFRA-SISTEMICA.
Qui la presentazione in versione integrale:
(https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/2%252F8%252F3%252FD.166f282e796fab6dd55e/P/BLOB%3AID%3D25100/E/pdf)
È sorprendente notare come la gamma delle “skill” e delle competenze da acquisire e sviluppare per accompagnare un processo di sviluppo locale dal basso, sia necessariamente ampia e “duttile” – rispondente, cioè alle peculiarità territoriali e non solo. Inquadrata da questo punto di vista, l’operatività dei GAL non solo si profila come ambito privilegiato per “provare” le proprie conoscenze e forgiarle in effettive competenze (superamento della barriera “disciplinare”) ma risulta fortemente condizionata da due elementi chiave: la VALUTAZIONE della capacità di generare valore aggiunto su un territorio e la CONDIVISIONE costante delle finalità e dei risultati con la comunità espressione di bisogni ed aspirazioni. Il segno che resta a lungo è quello che la comunità stessa imprime attraverso lo strumento GAL.
Una proposta concreta: il laboratorio Effetto LEADER
Per provare a dare prospettive, anche occupazionali, all’interesse e la motivazione di numerosi giovani a conoscere meglio le caratteristiche dei contesti rurali e la loro capacità di interagire con gli attori locali, partecipando attivamente allo sviluppo dei contesti in cui vivono e, al contempo, tentare di offrire continuità e nuovo respiro all’azione del LEADER attraverso il sostegno all’operatività dei GAL, la SISL propone il laboratorio “EFFETTO LEADER” con cui intende sollecitare il sistema di relazioni fra GAL, giovani ricercatori e istituti di ricerca per progettare e realizzare un’analisi valutativa dedicata a specifiche azioni di sviluppo locale condotte da un gruppo di GAL italiani nel periodo di programmazione 2014-2022 o avviate con le SSL 2023 2027, con lo scopo di “catturare” le condizioni abilitanti ed i fattori che portano alla generazione di “valore aggiunto LEADER” e “misurarne” l’effettiva entità. Oltre all’aspetto valutativo, l’attività è finalizzata a “restituire” all’esterno, attraverso strumenti di comunicazione efficaci, gli esiti del laboratorio e delle azioni dei GAL partecipanti verso le rispettive aree rurali, contribuendo a diffondere conoscenza e consapevolezza sullo strumento LEADER.
Vorrei aderire al laboratorio perché
Se sono un ente di ricerca o formazione
Posso indirizzare verso esperienze di tirocinio o lavoro gli studenti interessati al termine o durante un percorso formativo. L’occasione di toccare da vicino l’operatività in ambito di sviluppo locale e di acquisire sul campo nuove competenze e strumenti, completa in modo efficace la mia offerta formativa. Inoltre, posso contare su un interlocutore affidabile (SISL) che mi supporta e coordina gli aspetti formativi/organizzativi, alleggerendo il mio impegno in fase di ricerca delle destinazioni e dei soggetti per tirocini e dottorati.
Se sono un giovane laureato/professionista/ricercatore
Posso acquisire non solo nuove competenze finalizzate ma entrare in contatto con una molteplicità di attori e territori che mi pongono in posizione favorevole per crescere e collocarmi professionalmente. Posso sfruttare concretamente l’opportunità per presentare ed ampliare il mio bagaglio professionale e umano, oltre a viaggiare e conoscere territori e persone.
Se sono un GAL
Posso effettuare in modalità condivisa attività di valutazione e comunicazione, quindi più solide ed efficaci, aumentando le possibilità di informare un pubblico sempre più vasto sulle attività e il valore aggiunto della mia strategia di sviluppo (2014 – 2022). Inoltre posso assolvere, in modo lungimirante (costruendo nuove e future professionalità utili) alla predisposizione di elaborati di valutazione richiesti dalla UE e sempre più importanti nel processo di gestione di piani e programmi. L’interlocuzione con un soggetto facilitatore come SISL mi offre garanzie sia in termini di alta formazione delle nuove risorse, sia in termini di coordinamento e gestione dell’iniziativa.